In questo articolo ti racconto un pezzo importante della mia vita, nato dalla passione per la moto e dalla voglia di ritrovare me stessa. Un viaggio in solitaria lungo la Wild Atlantic Way, tra paure, imprevisti e conquiste personali. Se anche tu sogni di partire da sola o da solo, ma ti frena l’insicurezza o il giudizio degli altri, forse troverai in questo mio racconto lo stimolo che ti serve per metterti in moto – in tutti i sensi.
Grazie alla passione della moto ho trovato il coraggio e lo stimolo di viaggiare, è stato un percorso lento infatti ho iniziato a fare i miei primi viaggi verso i 33 anni.
Stavo uscendo da una relazione tossica, sembrava non esserci via di scampo. Ma con il tempo e determinazione, ne sono uscita.
Ho smesso di ascoltare gli altri, ho smesso di vivere secondo quello che ci si aspettava da me e ho iniziato a seguire la mia strada, quella che mi ha portato fino a qui e che ha creato questo preciso istante.
Faccio un breve passo indietro per farti capire meglio da dove arriva il mio disagio e perché non potevo più andare avanti in un certo modo.
Prima di prendere la patente della moto vivevo una vita tranquilla ma spenta, avevo un fidanzato, un lavoro “stabile” sentivo che mi mancava qualcosa ma non sapevo esattamente cosa, ero solo insoddisfatta e pensavo di essere io il problema, al punto che intorno a me sia amici che parenti mi dicevano che era normale e che avrei dovuto sopportare perché si è sempre fatto così.
Penso sia una delle frasi più limitanti che ci sentiamo dire : “si è sempre fatto così”, non si cambia modo di pensare e di agire perché si è sempre fatto così. Ma la vita cambia, le situazioni si evolvono e bisogna imparare ad accettarlo e a ringraziare questi cambiamenti!
Il fattore scatenante è stato un enorme cambiamento: il tumore di mia mamma all’utero, è arrivato come un fulmine a ciel sereno e ci ha scombussolate la vita. Già la morte di mio padre quando facevo l’ultimo anno di superiori non è stata una passeggiata di salute. Questa notizia è arrivata come un boomerang, col tempo ho imparato ad accettarlo e dopo molto tempo a ringraziarlo, ma è stato un processo lento e un cammino senza fine.
Proprio vero che quando vivi la tua vita con il pilota automatico, non ti rendi conto di quanto sopporti senza che te ne accorga.
La malattia di mia mamma ha scombussolato tutto, tutto è stato messo in secondo piano essendo che sono figlia unica mi sono sempre io occupata di lei. Io sono così, c’è un’emergenza mi devo subito attivare per risolvere la situazione, vado come un treno finché non ho risolto.
Quell’anno avevo preso la patente della moto da qualche mese ed è stata la mia salvezza, perché il mio fidanzato dell’epoca si era rilevato insieme alla sua famiglia un problema in più, invece di essermi vicino e aiutarmi in un momento del genere. Non sto ad annoiarti con i dettagli ma di certo in uno dei momenti peggiori, ho capito chi avevo davvero al mio fianco.
Mi sono sentita davvero sola come non mai e da quel momento in poi ho deciso che avrei vissuto la mia vita senza rendere conto a nessuno e ascoltando il mio cuore e il mio istinto.
Da lì ho cambiato moto ho preso una Ducati Monster 797 rosso fiammante, ho comprato borse laterali e telaietti e ho iniziato a fare i miei viaggi in sella, in giro per l’Europa.
Ho comprato casa e ho iniziato a prendermi cura di me stessa. E’ incredibile come uno sberlone come una brutta malattia, mi abbia fatto aprire gli occhi e come una passione mi abbia aiutata a trovare la mia strada.
Mia mamma per fortuna è stata meglio ed è riuscita a guarire dal suo male, anche se con fatica, ce l’ha fatta!
Da quel momento ogni festa o giorno libero che avevo, lo passavo a programmare il mio giretto e i miei viaggetti in solitaria, stanca di aspettare persone che si decidessero o fidanzati decenti.
Il mio primo weekend in solitaria è stato in Francia tra le bellissime Gole del Verdon e gli immensi campi di lavanda, doveva essere solo un weekend fuori porta...e invece!
Avrei potuto organizzarlo decisamente meglio: non avevo tenuto conto dei chilometri giornalieri considerando che ero da sola, il primo giorno avevo prenotato a 600 km di distanza da casa mia, in un giorno sulla Ducati Monster! Con poca esperienza di guida e di navigazione puoi capire com’ è andata a finire.
Mi sono persa svariate volte e sono arrivata in hotel tardissimo, rischiando di non fare il check-in e di non riuscire a cenare. Bellissimi posti ma di corsa mi sono goduta poco e niente, con l’ansia di non riuscire a dormire e mangiare.
Da lì nonostante qualche pecca nella gestione dei tempi e dei percorsi mi sono gasata un sacco e ho continuato il mio viaggio verso la Routes des Grandes Alpes dormendo a caso, senza aver organizzato nulla in anticipo e più o meno a parte un paio di intoppi nel trovare l’hotel a Bardonecchia e aver sbagliato strada un paio di volte sono riuscita a farla tutta, conquistare l’Iseran e il colle del Moncenisio con una gioia tale, che da quel momento non mi sono più fermata!
Dopo ho viaggiato tra Austria e Dolomiti, Toscana attraverso la mitica Val d’Orcia, le Gole del Furlo e la zona delle Marche fino ai monti Sibillini, conosciuti grazie ad una mia cara amica che mi ha fatto da super guida.
Tutta bella gasata decido di fare un viaggio che tenevo chiuso nel cassetto da tantissimo tempo e decisi che era venuto il momento di realizzarlo!
L’Irlanda è sempre stato un sogno nel cassetto, da piccola sognavo queste brughiere infinite, le scogliere altissime da conquistare con lo zaino in spalla. Ma poi col tempo è rimasto un sogno, non trovavo nessuno con cui condividere questo tipo di viaggio e la mia famiglia da quel lato non mi ha mai incoraggiato a viaggiare o andare via da sola, per una donna è troppo pericoloso, lascia stare... e così diedi retta di nuovo a quelle vocine che mi dicevano che non ce l’avrei fatta.
Nel frattempo avevo conosciuto altre ragazze e donne motocicliste, molte delle quali viaggiavano come me in solitaria, è anche grazie a loro, che mi hanno dato la spinta giusta, che ho reso possibile questo viaggio.
La cosa più difficile è stata ottenere i giorni di ferie che mi servivano. A lavoro mi avevano concesso 2 settimane in pieno luglio con molta riluttanza, aggiungerne una terza era impensabile. Ma ormai ce l’avevo in testa come un chiodo fisso e ho deciso di non arrendermi alla prima difficoltà.
In moto non potevo perdermi la mitica Wild Atlantic Way, un sogno di 2500 km a cielo aperto.
La Wild Atlantic Way è il più lungo percorso costiero segnalato al mondo, si estende per ben 2.500 km dalla penisola di Inishowen, nella contea di Donegal, fino a Kinsale, nella contea di Cork.
Questo percorso venne ideato nel 2014 per rilanciare il turismo in Irlanda, è diventata nel tempo una strada iconica, percorsa da migliaia di persone nel mondo, in diversi modi: in macchina, in moto, in bici e a piedi.
Io ho optato per percorrerla in moto in sella alla mia Ducati Monster 797, il passo più critico è stato capire il modo migliore, ovvero più economico e veloce per raggiungere l’isola.
Dietro consiglio di un mio caro amico, decisi di prendere il traghetto diretto a Cherbroug e iniziare la Wild Atlantic Way dal punto più a sud: il Mizen Head. Da lì avrei percorso tutto il perimetro costiero fino ad arrivare al Malin head il punto più a nord dell’isola. Fare tutto questo in 2 settimane è stato abbastanza impegnativo e ho dovuto tagliare alcune tappe per poterla completare e vedere le cose che volevo vedere.
Dopo il mio primissimo viaggio in solitaria, avevo deciso di prenotare dove dormire a pranzo per la sera, in modo da avere del margine nel caso avessi voluto fermarmi, avessi beccato mal tempo o semplicemente sarei stata troppo stanca per fare troppi chilometri. Era il mio primo viaggio tanto lungo e i km totali arrivavano a 6000 km e non avevo idea di quali difficoltà avrei potuto incontrare e che tipo di sfide avrei dovuto affrontare!
Questa organizzazione in alcuni casi è stata utile ma in altri si è rivelata sbagliata e mi ha messa in difficoltà.
Tre sono i fattori da tenere bene in considerazione: il periodo in cui fai il viaggio, il tempo che hai a disposizione e quanto conosci la destinazione.
Per esempio io non avevo tenuto conto del periodo, in pieno luglio nella contea di Clare i turisti sono davvero parecchi. Doolin è un punto strategico per molti percorsi e punti d’interesse ma è un villaggio piccolo.
Fatto sta che proprio mentre viaggiavo in questa zona il mio telefono-navigatore “baracca”, ha deciso di abbandonarmi sul più bello.
Dovevo cercare un posto dove dormire così presi la mia cartina fisica e iniziai a cercare alla vecchia maniera, ma non trovavo nulla: ero nel panico!
Non campeggiavo in quel periodo e l’idea di dormire senza un tetto sulla testa mi terrorizzava. Ad un certo punto dopo vari “no vacancies” e tentativi a vuoto, trovo un ostello nel cuore di Doolin dallo stile decisamente hippy, popolato per la maggior parte da studenti e surfisti. Il proprietario un surfista simpaticissimo mi disse che per una notte avrei speso 20 € e la genovese che c’è in me non si è fatta scappare l’occasione e decisi di pernottare per due notti e vedere le Aran Islands.
Amo molto dormire negli ostelli, in parte perché sono economici e in parte perché si conoscono un sacco di persone di tutto il mondo, la maggior parte di passaggio come me. Qualcuno per lavoro, qualcun altro invece per studio o una semplice vacanza; l’atmosfera che si respira è piacevole e si finisce sempre a chiacchierare con qualcuno.
In traghetto avevo conosciuto una coppia di austriaci un po’ matti, anche loro viaggiatori da tempo motociclisti ma soprattutto ducatisti sfegatati, loro stavano girando per l’Irlanda ma con la macchina. Li incontro nuovamente a Doolin e passiamo la serata insieme tra guinness e aneddoti di viaggio, il tempo vola tra chiacchiere e birra e alle 10 di sera il cielo è ancora chiaro, li saluto senza sapere se li avrei rivisti e vado a dormire! Che giornata particolare!
Le Aran Islands sono formate da 3 isole: la più grande è Inishmore, Inishmaan e la più piccina Inisheer.
L’unico modo per raggiungere queste isole è con il traghetto-navetta e muoversi all’interno di esse a piedi, in bici, con il cavallo o i mini bus apposta per turisti.
Per quella visita mi ero informata in modo superficiale, volevo vedere la più grande Inishmore e avevo deciso di non avvalermi di una guida perché ero già abbastanza tirata con i soldi.
Inishmore è un’isola preistorica con diverse cose da vedere tra cui Dún Aonghasa un forte preistorico a picco su una scogliera alta 100 mt., i muretti a secco in pietra che dividono i campi, Seven Churches che sono le rovine di un antico complesso monastico, Wormhole una piscina naturale rettangolare e la bellissima spiaggia bianca con un’acqua cristallina spettacolare. Finalmente metto i piedi a bagno per la prima volta nell’Oceano, una sensazione bellissima!
La visita di per se mi è piaciuta ma avevo creato delle aspettative su quest’isola e vederla dal vivo mi ha un po’ deluso. Forse perché non ho voluto una guida che mi spiegasse bene, forse perché avevo visto molte foto e mi ero fatta un’idea diversa dalla realtà, forse vedendo i numerosi turisti mi è venuta un po’ di malinconia e ho sentito la solitudine o forse tutte queste cose insieme.
Ritorno in ostello tutta bruciacchiata, ceno e mi preparo per proseguire il mio viaggio.
Il giorno di stop mi ha aiutata tanto: oltre a riposarmi dalle tante ore di guida, si è riposata anche la moto. Le ho dato una bella lavata e le ho ingrassato la catena, cosa che non ero ancora riuscita a fare!
Il giorno dopo mi rimetto in marcia verso le famosissime Cliffs of Moher, uno dei luoghi più iconici e conosciuti dell’Irlanda. Si trovano nella Contea di Clare, si estendono per circa 8 km lungo l’Oceano Atlantico con un’altezza massima di circa 214 mt, il nome Moher deriva da una vecchia fortezza appunto “Moher” che venne distrutta nel XIX secolo al suo posto oggi si trova la torre di osservazione.
Queste scogliere probabilmente le hai già viste: sono famose per essere comparse in vari film tra cui “Harry Potter e il Principe Mezzosangue”.
Sono davvero spettacolari e imponenti e meritano davvero una visita, per fortuna io avevo deciso di partire al mattino presto per riuscire a godermele in tranquillità e anche il meteo mi aveva graziata.
Poco dopo arrivano una marea di turisti con i pullman. Nulla contro i turisti per carità, ma purtroppo la folla infinita di persone, rovina un pochino l’atmosfera magica del luogo, però un luogo iconico vale la visita ed è normale che siano tappe imperdibili per tutti.
Risalgo in sella pronta a scappare dalla folla di turisti e continuo il mio viaggio verso nord fino ad arrivare ad un’altra scogliera meno famosa ma altrettanto imponente e spettacolare le Slieve League Cliffs. Sono più alte delle famigerate Cliffs of Moher e si trovano nella Contea di Donegal, una zona abbastanza selvaggia.
Queste scogliere sono tra le più alte d’Europa e arrivano ad un’altezza di circa 600 mt il punto panoramico principale è il Bunglass Viewpoint, facilmente raggiungibile in auto o a piedi, con vista mozzafiato sull’oceano. Le Slieve League sono considerate sacre dagli abitanti locali e spesso meta di pellegrinaggi o camminate spirituali.
Meno turistiche delle Cliffs of Moher, è una tappa da non farsi scappare!
Qui nessuna aspettativa visto che è stata una tappa improvvisata e davvero mi hanno sorpresa con il loro paesaggio selvaggio e la loro imponenza.
Un altra tappa che mi ero fissata e che invece è andata oltre le mie aspettative è stato il Connemara. Il territorio ampio e selvaggio e meno affollato mi ha regalato dei momenti bellissimi in sella alla mia moto. Mai visto nulla di simile e avessi avuto più tempo a disposizione mi sarei fermata un giorno in più a godermela.
Il mio viaggio sulla Wild Atlantic Way l’ho concluso nel punto più a nord dell’Isola ovvero il Malin Head. Questo punto è immancabile nella lista di luoghi da non perdere in Irlanda.
Avevo preso pioggia tutto il santo giorno, iniziavo a far fatica a raggiungerla perché proseguivo davvero lentissima e mi fermavo spesso, avevo prenotato un appartamento a Londonderry nell’Irlanda del Nord e pensavo che non sarei riuscita ad arrivare in tempo.
Ero quasi sicura che non sarei riuscita a vedere Malin Head, invece mi sbagliavo. Proprio a pochi chilometri di distanza, quando stavo iniziando a perdere le speranze smette di piovere e spunta un timido sole, è incredibile! Quello era un segno! Non potevo rinunciare dopo tutta quella strada!
Riesco a parcheggiare la moto abbastanza vicino e mi fermo a contemplare questo spettacolo di posto. Il luogo è aspro e selvaggio, il cielo e il mare sembrano danzare insieme in un abbraccio infinito, mi sembra di poter toccare l’Oceano, mi sento così piccina di fronte a tanta imponenza che mi commuovo.
Questo luogo lo sogno ogni tanto ancora oggi nonostante siano passati 5 anni.
Da quel momento il mio viaggio si sarebbe concluso a breve, una notte a Dublino in cui la moto mi ha dato qualche problema fino al rientro con il traghetto, e via verso la Francia fino a casa.
Quello che mi porto di questo viaggio è stato l’esperienza che ho vissuto con me stessa, i luoghi che ho visto, le esperienze vissute ma soprattutto le persone che ho conosciuto e che hanno arricchito il mio viaggio rendendolo unico.
Sono ricordi che porterò con me per sempre e che in qualche modo hanno contribuito a cambiare la mia vita.
Mi sono ripromessa di tornare in Irlanda un giorno e vedere tutto quello che non sono riuscita a vedere in questo viaggio.
Il viaggio in solitaria mi ha insegnato ad accettarmi, non proprio perfetta, spesso spettinata, con le mie ansie e paure ma anche con il mio coraggio e la mia determinazione, la voglia di esplorare il mondo, di conoscere gente e di mettermi alla prova.
Puoi farlo solo uscendo dalla comfort zone. Il potere trasformativo del viaggio è questo, vedere il mondo con i propri occhi, spezzare la routine di tutti i giorni, mi permette di rallentare e connettermi con il mondo, al mio ritmo e con i miei tempi.
In Viaggio con la Cri è vivere esperienze che ispirino e che facciano sognare.
Se sei arrivata/o fino in fondo grazie🙏 spero di avere ispirato il tuo prossimo viaggio e di averti trasmesso chi sono e da dove nasce il mio progetto.
Come hai visto il mio viaggio è stato tutt’altro che perfetto, ho fatto molti errori di valutazione ma con il tempo e l’esperienza ho migliorato l’organizzazione e ho iniziato a portare le prime persone in viaggio nel 2021, ho fatto molti viaggi in coppia e sono ancora in viaggio.
Quello che dico sempre io? Parti e non ci pensare troppo!
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Ti aspetto al prossimo articolo!😉