Il viaggio verso la libertà

25 novembre: storie di viaggi in moto nella lotta contro la violenza sulle donne.


Viaggio verso la libertà

Il viaggio come strumento di rinascita


Oggi 25 novembre viene commemorata la giornata mondiale contro la violenza sulle donne e di genere.

Per quanto io non ami le ricorrenze, ho capito e accolto l'importanza di esprimere e condividere i propri pensieri in determinate occasioni, strumento utile per far riflettere le persone e non dimenticare le cose importanti, nonostante la frenesia della nostra società ce lo faccia dimenticare.

Ecco il motivo principale di questo articolo, che vuole raccontare e portare alla luce l'importanza di seguire le proprie passioni, di essere libere, e penso davvero che il viaggio, soprattutto il viaggio in moto, siano strumenti di libertà e resilienza.

Il viaggio è proprio questo: prendersi il tempo per conoscersi e conoscere, uscendo dalla propria zona di comfort. Da qui nasce un senso di libertà e di riscatto che può cambiare la propria vita e migliorarla.

La moto come simbolo di libertà e forza.


Motocicliste e libertà

Salire in sella alla propria moto non è solo un semplice gesto, è qualcosa di più!

Ogni volta che infiliamo il casco e i guanti come una sorta di rito magico, ogni volta che inseriamo la chiave e accendiamo il motore, inizia a scorrere nelle vene un'energia difficile da spiegare, è come se entrassimo in un mondo a parte, diventando una cosa sola con lei.

Sentiamo questo senso di libertà dal profondo della nostra anima ed entriamo in una realtà che non tutti riescono a comprendere, ma va bene così!

Questo è quello che ci rende libere, indipendenti e forti!

Tra le tante motocicliste, troviamo moltissime storie che parlano di riscatto, di donne che hanno trovato nella passione per i viaggi un mezzo per ricostruire la propria identità. La strada diventa il luogo dove ritrovare il coraggio, forza interiore e resilienza.

Viaggiare in moto non significa solo spostarsi da un luogo all'altro, ma scegliere di andare avanti, di affrontare la vita con il proprio ritmo e la propria personalità.

Il viaggio come metafora di riscatto.

Ogni viaggio racconta una storia e ogni strada percorsa è un capitolo di rinascita e di coraggio.

Per molte donne, il percorso verso la libertà è un viaggio molto faticoso, fatto di scelte coraggiose e di ostacoli da superare.

Nel contesto del 25 novembre Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la moto diventa simbolo di emancipazione: un mezzo che non solo permette di spostarsi, ma rappresenta anche la forza di lasciarsi alle spalle un passato doloroso e guardare verso un nuovo orizzonte.

Sorelle Mirabal: la storia dietro il 25 novembre

La giornata mondiale contro la violenza sulle donne si commemora il 25 novembre, ma perché? Questa data è in onore del sacrificio delle sorelle Mirabal, tre sorelle dominicane brutalmente assassinate il 25 novembre del 1960 per il loro impegno contro il regime dittatoriale di Rafael Trujillo, che all'epoca dominava la Repubblica Dominicana con terrore e violenza.

Le sorelle Mirabal, si facevano chiamare “Las Mariposas” (le farfalle) ed erano Patria, Minerva e María Teresa, erano attiviste politiche e combattevano per la libertà del loro popolo e per i diritti umani.

Sorelle Mirabal

Venivano da una famiglia benestante e ben istruita, e quando Trujillo salì al potere, la loro famiglia (come molte altre nel paese) perse quasi del tutto i propri beni, incamerati direttamente dal dittatore nei suoi beni privati.

Nel 1950 le tre sorelle decisero di attivarsi e di opporsi alla dittatura di Trujillo, usando un nome in codice, appunto “mariposas”. Minerva, in particolare, fu una delle prime a sfidare Trujillo apertamente, rifiutando persino le sue avances e affrontando minacce, persecuzioni e incarcerazioni.

Il 25 novembre 1960, le tre sorelle stavano tornando a casa dopo aver visitato i mariti, anche loro prigionieri politici, in carcere. Durante il viaggio, furono intercettate dagli uomini del regime, picchiate selvaggiamente e poi uccise a bastonate. I loro corpi furono gettati in un burrone insieme alla loro auto, per simulare un incidente.

L'assassinio non venne dimenticato, anzi, fu l'inizio di un movimento di ribellione molto più ampio, dando vita a una vera e propria resistenza che portò alla caduta del regime dittatoriale poco dopo. L'uccisione delle tre sorelle divenne simbolo di lotta contro ogni forma di oppressione e violenza.

Nel 1999 l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha ufficializzato il 25 novembre come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, trasformando il ricordo di Las Mariposas in un messaggio universale di resilienza, speranza e cambiamento.

La strada verso il cambiamento.

Libertà in moto

La moto insegna moltissime cose: essere in equilibrio, affrontare le curve e guardare sempre avanti, insegnamenti che per una persona che ha voglia di riscattarsi, possono fare la differenza.

Ogni centimetro di asfalto è una conquista e chilometro dopo chilometro puoi sentire la libertà scorrerti nelle vene, come un fuoco!

Il viaggio verso la libertà non è mai lineare e ogni passo è una conquista verso il futuro! La moto diventa un'alleata silenziosa, un'amica che ci spinge a non arrenderci, a proseguire, nonostante le difficoltà. Anzi, sono quelle stesse fatiche che ci danno la forza di seguire i nostri sogni, la nostra libertà senza guardarsi indietro.

È un simbolo di resistenza e determinazione, capace di ispirare altre donne a intraprendere il loro percorso di rinascita.

Scegliere di denunciare, lasciare una relazione tossica o chiedere aiuto non è per niente facile, ma sapere che altre donne hanno percorso quella strada e ne sono uscite più forti, può essere fonte di grande incoraggiamento.

Le community in moto e la solidarietà

Community in moto

Viaggiare in moto spesso significa far parte di una comunità che condivide valori come la libertà, la fratellanza e la passione per l'avventura. Ma questa stessa comunità può diventare anche un potente strumento di solidarietà.

Il simbolo delle panchine rosse

Panchina rossa contro la violenza

Le panchine rosse sono diventate un potente simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. L'idea nasce in Italia nel 2016, grazie a un'iniziativa dell'associazione Acmos e del Comune di Torino, ispirata al progetto dell'artista messicana Elina Chauvet, che con la sua installazione di scarpe rosse (Zapatos Rojos) ha dato voce alle vittime di femminicidio.

Ogni panchina dipinta di rosso rappresenta un "posto vuoto", un segno tangibile dell'assenza delle donne che hanno perso la vita a causa della violenza di genere.

Le panchine rosse non sono solo memoriali, ma anche un invito a rompere il silenzio e a impegnarsi attivamente per il cambiamento.

Quindi ogni volta che vedrai una panchina rossa, in un parco, in qualche piazza, saprai che è lì per un motivo: una sorella è stata uccisa per mano di qualcuno.

Conclusione

Il 25 novembre ci ricorda che la strada verso un mondo senza violenza di genere è ancora molto lunga, ma non impossibile da percorrere. È un cammino che richiede il contributo di tutti noi: come compagni di viaggio, come sostenitori di un futuro migliore di rispetto e uguaglianza.

Le donne che hanno affrontato e superato la violenza sono viaggiatrici coraggiose, hanno avuto la forza e il coraggio di mettersi in cammino, di vivere un futuro migliore e sono la prova che il cambiamento non solo è possibile, ma è soprattutto necessario!

Numeri di emergenza

Numero nazionale gratuito antiviolenza e stalking attivo 7/7 h24:

1522